Gian Carozzi
“Dipingere mi è necessario”
A cura di Lara Conte e Andrea Marmori Allestimento e grafica di Emanuele Martera
Sarzana, Fortezza Firmafede, 17 luglio — 10 ottobre 2021
Inaugurazione venerdì 16 luglio 2021, ore 19.00
In occasione dei cento anni dalla nascita di Gian Carozzi (La Spezia 1920 — Sarzana 2008), il Comune di Sarzana desidera ricordare l’artista con una mostra antologica che si terrà presso la Fortezza Firmafede dal 17 luglio al 10 ottobre 2021. Realizzata in collaborazione con l’Archivio Gian Carozzi, l’esposizione è curata da Lara Conte e Andrea Marmori, con allestimento di Emanuele Martera.
Gian Carozzi. “Dipingere mi è necessario” intende ripercorrere l’intera vicenda creativa di uno degli artisti liguri più rappresentativi dell’arte del secondo Novecento. Protagonista dello scenario artistico spezzino postbellico, Gian Carozzi è tra i fondatori del Gruppo dei Sette e vincitore nel 1949 del Premio del Golfo della Spezia con l’opera Metamorfosi della Grotta Azzurra, oggi facente parte del nucleo collezionistico del CAMeC. Tra il 1949 e il 1950 si trasferisce a Milano, dove entra in contatto con Lucio Fontana e firma due manifesti dello Spazialismo, il 3° Manifesto dell’Arte Spaziale (1951) e il Manifesto del Movimento Spaziale per la Televisione (1952).
Dopo un’intensa stagione di lavoro e di frequentazioni in relazione all’entusiasmante clima spazialista — uno dei momenti cruciali delle vicende artistiche italiane postbelliche — alla fine degli anni Cinquanta Carozzi lascia Milano per Parigi, dove soggiorna per circa vent’anni, per poi far ritorno nei suoi luoghi natali alla fine degli anni Settanta. Nei primi anni Ottanta si stabilisce a Sarzana, dove risiederà con la famiglia sino ai suoi ultimi giorni.
A partire dagli anni Sessanta Carozzi prosegue un cammino solitario, esplorando una ricerca che mai si riduce a univoca cifra stilistica, seppur coesa attorno a una profonda continuità di pensiero, attraverso un’ininterrotta indagine sulla pittura. Una pittura che mette in crisi le definizioni e vaporizza i confini: tra astratto e figurativo, tra avanguardia e inattualità.
Temi come il paesaggio, l’autoritratto, il pittore al cavalletto, la natura morta e il nudo rivitalizzano costantemente il suo “corpo a corpo” con la pittura. In mostra questi temi sono presentati con un allestimento di grande impatto che intende valorizzare cicli inediti di opere ed evidenziare la circolarità della sua riflessione pittorica, nonché la ricchezza di tecniche e formati che hanno caratterizzato la sua lunga esperienza pittorica.
Il presente progetto espositivo si inserisce nell’ambito dell’attività scientifica promossa dall’Archivio Gian Carozzi (fondato a Sarzana, presso l’abitazione-studio dell’artista nel 2018) che ha avuto come prime tappe il riordino, lo studio e la catalogazione dei materiali presenti nell’Archivio, e la pubblicazione della monografia a cura di Lara Conte, edita da Skira. Il libro si compone di contributi critici di Giulia Carozzi, Lara Conte, Fabrizio D’Amico, Andrea Marmori e Alberto Salvadori; di un’antologia critica con testi di Luca Bertolo, Manlio Cancogni, Beniamino Joppolo e Roberto Tassi; e di un dettagliato regesto bio-bibliografico frutto di una ricognizione approfondita dei documenti e delle opere presenti nell’Archivio dell’artista.
Nel corso dell’esposizione un calendario di appuntamenti di approfondimento e di attività performative legate ai contenuti della mostra permetterà di valorizzare la poetica di Carozzi, il suo contesto e il suo modus operandi. Le attività di corredo all’evento espositivo comprenderanno anche percorsi didattici e laboratoriali.