Concerto inaugurale 2021-2022 laVerdi al Teatro alla Scala:
l’inaugurazione della nuova stagione con Mariangela Vacatello (pianoforte) e Claus Peter Flor (direttore)
Domenica 12 settembre 2021, ore 19.00
in collaborazione con Teatro alla Scala
Franz Liszt Concerto per pianoforte e orchestra n.1 in Mi Bemolle maggiore S.124
Johannes Brahms Sinfonia n.4 in Mi minore op.98
La Fondazione Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi rinnova anche per la Stagione 2021-2022 il suo impegno a fornire al pubblico più musica dal vivo possibile, nella più alta qualità possibile. “Dal Vivo!”, proprio come la stagione estiva svoltasi dal 19 maggio al 15 luglio, con sette appuntamenti presso l’Auditorium di Milano, la residenza dell’Orchestra, e due presso il Teatro degli Arcimboldi, a sottolineare l’importanza, per la Fondazione, di una presenza diffusa sul territorio, pianificando il più possibile le proprie attività anche a braccetto con le altre istituzioni culturali milanesi.
Sulla falsariga di questa propensione, nello spirito di fare fronte comune per la diffusione della bellezza della musica classica, anche quest’anno l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi prevede un’apertura di stagione in grande stile, prevista per la serata di Domenica 12 settembre alle ore 19.00, e che vede rinnovata l’amicizia tra laVerdi e il Teatro alla Scala, la cui gentile ospitalità consente all’Orchestra di Largo Mahler di inaugurare sul suo palco la propria stagione, ospitalità che attesta quella vicinanza tra le istituzioni culturali della nostra città, ora più preziosa che mai.
Il Maestro Claus Peter Flor, Direttore Musicale dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, si troverà sul palco del Piermarini in compagnia di una solista d’eccezione, astro nel firmamento del pianismo italiano e internazionale: Mariangela Vacatello. Una pianista che porta sul palco della Scala il Concerto per pianoforte e orchestra n.1 in Mi Bemolle maggiore di Franz Liszt, eseguito per la prima volta nel 1855 col compositore al pianoforte e nientemeno che Hector Berlioz alla testa dell’orchestra. Liszt è un compositore assai caro a questa splendida pianista. Sono passati dieci anni esatti dalla pubblicazione dei “suoi” Studi Trascendentali, uscita discografica che ha ulteriormente consacrato l’intelligenza e la musicalità di Mariangela Vacatello, blasonata da pubblico e critica, “che sta percorrendo con slancio una vivace carriera e che ha fatto di Liszt il suo cavallo di battaglia grazie alla straordinaria, innata facilità virtuosistica e alla fascinazione istintivamente avvertita per questo personaggio sospeso tra cielo e terra, angelico e diabolico al tempo stesso”, come è stato brillantemente affermato in una recensione.
A seguire, la Sinfonia n. 4 in Mi minore op. 98 di Johannes Brahms, eseguita per la prima volta nel 1885, trent’anni esatti dopo la prémière del Primo Concerto di Liszt. Il primo movimento, l’Allegro non troppo, in forma sonata, presenta un primo tema suddivisibile in due frasi: una basata su una melodia ricavata da una successione di terze discendenti, mentre la seconda basata su una successione di terze ascendenti.
Questo tipo di procedimento di germinazione (far derivare tutto il materiale da un solo elemento, in questo caso un intervallo) e una delle tecniche che più stupiranno i compositori posteriori, e che porterà a ritenere a tutti gli effetti Brahms uno dei precursori della dodecafonia. Il secondo movimento, l’Andante moderato, ci trasporta in un’atmosfera molto più raccolta e colloquiale, connotato da un commosso dialogo tra fiati e archi. Il terzo movimento, l’Allegro giocoso, contrasta nettamente con la tradizione del Minuetto classico e dello Scherzo romantico. Il movimento che chiude la sinfonia, l’Allegro energico e appassionato, è sicuramente una delle pagine più riuscite di Brahms, non solo per la bellezza della musica ma anche per la costruzione interna e la coerenza con cui essa è condotta.