PER IL CICLO DI INTERVISTE “VOCI DAL TERRITORIO” MILANO SPARKLING METROPOLIS INTERVISTA CARMINE DELFINO CANDIDATO PRESIDENTE DEL MOVIMENTO 5 STELLE DEL MUNICIPIO 7 DI MILANO

PER IL CICLO DI INTERVISTE

“VOCI DAL TERRITORIO”

MILANO SPARKLING METROPOLIS INTERVISTA

CARMINE DELFINO

CANDIDATO PRESIDENTE DEL MOVIMENTO 5 STELLE

DEL MUNICIPIO 7 DI MILANO

PAOLA PIZZIGHINI, giornalista e co-founder di Milano Sparkling Metropolis, attivista di M5S, contribuisce da tempo alla nuova fase di discussione e di riorganizzazione del Movimento e al supporto delle liste Milanesi M5S, in particolare in questo periodo di sfide elettorali.

Questo anche con il progetto editoriale “Voci dal Territorio” che ha la finalità di dare appunto voce alle idee di rinnovamento e alle istanze del territorio milanese e che oggi ospita, in questa intervista, il candidato Presidente del Movimento 5 Stelle del per il Municipio 7 del comune di Milano, Carmine Delfino.

CHI E’ IL NOSTRO INTERVISTATO CARMINE DELFINO

Sono un ragazzo di 28 anni, attivista milanese residente nel Municipio 7 a Milano. Sono laureato a pieni voti presso la Statale di Milano in Filosofia . Attualmente mi occupo di ricerca e selezione del personale presso la filiale milanese di una multinazionale americana.

Il 20 agosto il Presidente Giuseppe Conte ha proposto come candidata Sindaca di Milano Layla Pavone per il valore aggiunto che la sua candidatura poteva portare alla campagna elettorale del Movimento come rappresentante della società civile. Questa proposta è stata poi ratificata dagli attivisti. Quale pensi possa essere l’effettivo “valore aggiunto” per questa campagna elettorale?

Precisiamo subito che Layla Pavone non è stata catapultata dall’alto, come molti dicono. Ci è stata proposta da Giuseppe Conte; entrambi sono venuti a parlare in plenaria con noi attivisti di Milano, dandoci così modo di conoscerla, di approfondire le ragioni che hanno spinto prima il nostro Presidente a sceglierla e poi Layla ad accettare il ruolo. Abbiamo avuto la possibilità di farle domande, di conoscere la sua visione della città. Solo dopo ci siamo espressi largamente a favore della sua candidatura a Sindaco, con Elena Sironi capolista.

Io personalmente sono molto contento di avere due donne competenti, che hanno saputo costruirsi una carriera, a capo della nostra lista comunale. In un sistema ancora fortemente patriarcale e maschilista, esser rappresentati da una donna per me è già di per sé molto significativo. Significa cioè precisare subito che noi stiamo dalla parte delle donne, cioè di quelle persone che oggi ricevono stipendi più bassi dei loro colleghi maschi a parità di mansione in ancora troppi contesti lavorativi; stiamo cioè dalla parte di quelle persone che, solo per il fatto di essere nate “donne”, devono fare più fatica degli uomini per raggiungere alti livelli professionali, perché qualcuno preferirebbe relegarle al ruolo di “custode del focolare domestico”. Stare dalla parte delle donne, a mio avviso, significa in fondo stare dalla parte di tutte quelle persone che vogliono combattere le troppe ingiustizie che ancora popolano il nostro mondo. Milano, per me, è donna, ma deve tornare a essere una primadonna tra le grandi metropoli europee.

Layla, ovviamente, non è solo una donna. È anche una delle manager più importanti e affermate del nostro Paese, che ha enormi competenze per quanto riguarda la comunicazione e l’innovazione digitale, ambiti su cui ancora molto c’è da fare per quanto riguarda il nostro Paese e la nostra città. Il suo contributo può rivelarsi, dunque, determinante anche sotto questo punto di vista, in un’ottica di maggiore modernizzazione della nostra città, che deve trovare nell’innovazione digitale un moltiplicatore delle sue potenzialità, già espresse in altri modi in passato.

Ti presenti come candidato Presidente del Municipio 7 del Comune di Milano, che cosa ti ha spinto a “scendere in campo” in prima persona?

Nella mia vita mi sono sempre interessato di politica, sin dalle superiori, perché mi sono subito reso conto che, come ha detto recentemente il nostro Presidente Conte, tutto è politica. E questo, negli anni, ho dovuto apprenderlo con maggiore amarezza in quanto, una volta laureato, ho atteso per anni un concorso che non è mai arrivato, che per me è una cosa gravissima, perché vuol dire non dare la possibilità ai giovani del nostro paese di avere la loro occasione. Se mi sono avvicinato ai 5 stelle è proprio perché sono stati gli unici, nel panorama politico italiano, a rivendicare questo diritto per la nuova generazione: poter avere una chance per costruirsi una vita nel proprio Paese di origine, senza esser costretti ad andare all’estero.

Ed è solo con il Movimento 5 stelle che ho deciso di smetterla di limitarmi ad avere semplicemente un interesse per la politica, provando allora a concretizzare questa mia passione in un impegno quotidiano sul territorio, motivo per cui mi sono avvicinato al gruppo milanese e ho cominciato a frequentare i meet up. Qui ho trovato un ambiente dinamico ed effervescente, che mi ha stimolato ad impegnarmi sempre di più, a studiare i vari dossier, e confrontarmi con attivisti storici e nuovi, ad avere una visione e idee politiche sempre più maturi. Mi sono subito reso conto che una grande qualità del Movimento è quella di mettere sullo stesso piano i portavoce di vario livello (parlamentare, regionale, europeo, etc.) e gli attivisti. Durante le varie riunioni con il gruppo milanese, mi sono accorto che spesso i miei discorsi stimolavano dibattiti. A volte qualcuno mi critica di non saper scendere a compromessi, ma io rivendico invece il fatto che se si sceglie di far politica, non si può non essere “partigiani”, nel senso che non puoi non prendere costantemente una posizione. Non si sta in politica semplicemente per galleggiare. Tra le mie varie prese di posizione, c’è stata appunto quella di scendere in campo per il mio Municipio, dopo che per una serie di situazioni che si sono venuta a concatenare e a creare spontaneamente, mi è stato proposto il ruolo di candidato Presidente.

Un altro fondamentale motivo per cui ho deciso di “scendere in campo” è il fatto che, a mio avviso, ci sono ancora troppi pochi giovani nelle istituzioni. Anche i giovani, soprattutto in questo Paese, rappresentano una categoria vulnerabile, spesso sfruttata (stagisti sottopagati, precari e senza tutele), che non può più contare su alcune tutele e sicurezze che avevano invece i nostri genitori. L’Italia non è un Paese per giovani, ma può e deve diventarlo. Spero, con questo mio impegno in prima persona, di poter contribuire, nel mio piccolo, a realizzare questo progetto, portando anche una prospettiva giovanile nelle istituzioni. In un Municipio, il settimo, che si contraddistingue dagli altri per avere l’età media più bassa; per un Municipio giovane, serve dunque un Presidente giovane, che, anche per questioni anagrafiche, può rivelarsi più vicino e attento ai bisogni e alle esigenze anche delle nuove generazioni.

I Municipi di Milano sono delle “piccole città” all’interno della grande Milano. Quali sono le principali criticità del territorio del Municipio 7?

Abbiamo diverse criticità, che abbiamo scritto nel nostro programma, a partire alla questione del Parco di via Cividale, dove si vuole costruire una pista ciclabile, abbattendo alberi e non tenendo conto della vegetazione e della fauna presenti in quel luogo. Dovremo trovare il modo di conciliare la volontà di creare una rete di piste ciclabili, in sicurezza e con una pianificazione ragionevole che tenga conto di tutti gli attori coinvolti, in tutta la città, con il dovere di tutelare le aree verdi, già fortemente compromesse in una città come Milano che ha un livello di consumo di suolo ormai insostenibile.

Un’altra questione scottante riguarda sicuramente lo stadio Meazza; non possiamo permettere che la riqualificazione di quella zona significhi semplicemente un’ulteriore colata di cemento. C’è, poi, la questione del Termovalorizzatore Silla 2, di cui occorre verificare i reali effetti sulla salute della popolazione che vive nelle aree circostanti, tra cui il nostro Municipio.

Ipotizziamo inoltre l’implementazione di una zona 30 in alcune aree della città come in corso Vercelli, per aiutare quella zona a espletare sempre più la sua vocazione commerciale.

Venendo a questioni apparentemente più “piccolo”, ma non di minor importanza, proponiamo la rimozione dei cosiddetti “binari morti” su cui non passa più alcun tram, presenti in alcune zone come lungo via Forze Armate.

I lettori di Milano Sparkling Metropolis vorrebbero conoscere i componenti della lista M5S a sostegno della tua candidatura. Ci puoi presentare i nominativi e spiegare come è stata costruita la lista?

Mi interessa soffermarmi sulla modalità attraverso la quale siamo riusciti a costruire e presentare la nostra lista.

Milano, si sa, è sempre stata una “piazza” difficile per noi 5 stelle; il gruppo milanese è sempre stato uno dei più riottosi ed effervescenti. Ci sono state molte liti, molti abbandoni anche tra i portavoce dei vari livelli (comunale, municipale, etc), oltre che tra gli attivist

i.

A pochi mesi dalle elezioni, ci siamo ritrovati a dover raccogliere i cocci delle varie lotte interne che avevano logorato il gruppo. Il Movimento milanese, a quel punto, è stato chiamato a una prova di grande responsabilità: trovare una nuova compattezza per esser presenti a queste amministrative. È stato faticosissimo, molte volte ho pensato che non ce l’avremmo fatta, ma, collaborando, siamo riusciti ad andare avanti e a costruire, passo dopo passo, le liste.

Ciò che per me è stato fondamentale e che ci ha permesso di raggiungere l’obiettivo è stata l’adozione di un approccio intermunicipale; massimo segno di collaborazione sul territorio.

A mio avviso, dobbiamo fare grande tesoro di questa esperienza, perché vedo da parte di alcuni ancora delle resistenze ad abbracciare il cambiamento derivante dal nuovo corso inaugurato da Giuseppe Conte, il quale, con l’approvazione del nuovo Statuto, ha sciolto i famosi “meet up”, che verranno sostituiti dai futuri gruppi territoriali. Tutte queste operazioni, a mio avviso, ci obbligano a uscire da una mentalità secondo cui ci sarebbero dei “feudi locali”, con rispettivi capi di zona, che magari non dialogano neanche tra loro.

Con il nuovo Movimento di Giuseppe Conte siamo invece chiamati a una grande apertura, non solo nei confronti dei Municipi che ci sono vicini, ma nei confronti della società civile . Questo, a mio avviso, è uno dei migliori aspetti di questo nuovo corso. Non possiamo più pensare di chiuderci in noi stessi, nei nostri meet up, senza un costante contatto con la realtà territoriale. Ciò che ho notato, a volte, è che in questi contesti si costruiscono leggi, vincoli e cavilli senza alcun fondamento giuridico, che servono solo a dare una falsa percezione di compattezza del gruppo (vi consiglio di leggere “Psicologia delle folle” di Gustave Le Bon e “Psicologia delle masse e analisi dell’Io” di S. Freud ), ma che si rivelano invece fortemente inefficaci politicamente, non rispondendo a quella che è la principale funzione di chi si vuole occupare della cosa pubblica: ascoltare i cittadini. È chiaro che questo discorso avrà e già ha delle implicazioni per quanto riguarda il ruolo della rappresentanza, del rapporto tra i “portavoce” e gli attivisti presenti sul territorio. A mio avviso si deve lavorare in sinergia, con lealtà e collaborazione, cercando davvero di portare in primis nelle istituzioni la voce dei cittadini, ma senza venir mai meno a due princìpi che sono anche scritti nella nostra Carta dei Principi e dei Valori: vale a dire la dignità dell’essere umano e il principio della democrazia rappresentativa, abbinata a strumenti di democrazia diretta che siano in grado di favorire il coinvolgimento e la partecipazione dei cittadini nei processi decisionali.

Ciò che mi importa, in fin dei conti, è che vengano rispettati il nostro Statuto – comprensivo della Carta dei Valori – e il nostro codice etico, senza inventarci ulteriori leggi e cavilli che distolgono semplicemente l’attenzione dal nostro compito, che consiste nell’ascoltare i cittadini e rappresentare le loro istanze.

Questi i nominativi:

1 Del Vaglio Maria Chiara 2 Fortunato Michele 3 Greco Fabio Antonio 4 Quadrino Giuseppe detto Pino 5 Blesio Emiliana 6 Grieco Gaetania Antonella 7 Rovani Letizia 8 Sasso Claudio 9 Tomei Livio 10 Camoni Riccardo 11 Foti Nicoletta 12 Beretta Daniele 13 Mattucci Nicola 14 Plateroti Giuseppe 15 Plateroti Simone 16 Cambiaghi Edvige 17 Luciani Barbara 18 Bertin Elena Lina 19 Pasquariello Domenico 20 Miranda Massimo 21 Cattaneo Matteo 22 Valdivia Salas Johnny William 23 Dentes Renata Marlene

CHI E’ LA NOSTRA GIORNALISTA

PAOLA PIZZIGHINI, avvocato giuslavorista e giornalista è Co-founder del Blog culturale Milano Sparkling Metropolis. E’ attivista del Movimento 5 Stelle di Milano, per il quale è stata candidata alle Elezioni Europee nel 2019 e Rappresentante per la Lombardia agli Stati Generali del novembre 2020, in prima linea per le prossime elezioni amministrative 2021 a Milano e in Lombardia.

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Paola Pizzighini

Sono Avvocato Giuslavorista con 10 anni di esperienza nei più affermati studi legali Milanesi a cui è seguita una lunga esperienza in Confindustria in cui ho potuto sviluppare le mie capacità relazionali ed empatiche nelle relazioni industriali e istituzionali.

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