PER IL CICLO DI INTERVISTE “VOCI DAL TERRITORIO”
MILANO SPARKLING METROPOLIS INTERVISTA
GIANLUCA ZANDINI
ATTIVISTA M5S ED ESPERTO DI COMUNICAZIONE
PAOLA PIZZIGHINI, giornalista e co-founder di Milano Sparkling Metropolis, attivista di M5S, contribuisce da tempo alla nuova fase di discussione e di riorganizzazione del Movimento che ha avuto un momento importante negli Stati Generali del 14 e 15 novembre 2020. Questo, in particolare, con il progetto editoriale “Voci dal Territorio” che ha la finalità di dare appunto voce alle idee di rinnovo e alle istanze del territorio milanese. Oggi intervistiamo GIANLUCA ZANDINI attivista di M5S ed esperto di comunicazione che ha collaborato con molti Portavoce M5S prima nel Parlamento Europeo e poi a Roma alla Camera dei Deputati e in Senato, per avere una punto di vista particolare da “dietro le quinte” dell’evoluzione del Movimento 5 Stelle.
CHI E’ IL NOSTRO INTERVISTATO GIANLUCA ZANDINI
Ho 45 anni, sono di Milano ma ormai vivo a Roma. Mi occupo di informatica e comunicazione da circa vent’anni, principalmente mi sono occupato di marketing culturale in ambito musicale. Nel 2007 ho cominciato a frequentare i MeetUp e poi, dal 2014 lavoro con il M5S; ho collaborato per un periodo al Parlamento UE e successivamente con diversi portavoce di Camera e Sentato. Sono però ormai un ex attivista, ex in quanto tra lavoro e studio non mi resta ormai più tempo.
Dopo la Assemblea degli Stati Generali sono emersi con chiarezza alcuni indirizzi della base del Movimento su temi identitari di M5S come il limite ai due mandati, la posizione autonoma del Movimento rispetto alle alleanze elettorali, la Governance Collegiale. Un tuo commento su questa nuova fase del Movimento.
Ho molti dubbi, come inevitabile che sia se si è presenti dal 2007 e si è passati attraverso tutte le fasi fino ad oggi, a Stati Generali per altro non ancora conclusi. Riguardo di temi identitari, sono o erano davvero quelli i problemi? Io non credo. Il M5S paga una fortissima crisi, intera ed esterna, per la mancanza di riferimenti in grado di portare avanti la visione di un progetto, prima ancora del progetto stesso. Gianroberto Casaleggio e Dario Fo non ci sono più, Grillo è intermittente. La quasi totale assenza di intellettuali e del mondo della Cultura italiana è assordante. A parte De Masi, per altro ben poco coinvolto, non ci sono nomi di rilievo. Non c’è più la matrice necessaria a generare il tessuto connettivo che teneva assieme le parti e salvo rari casi, ad esempio Nicola Morra, mi pare che pochi abbiano cercato di affrontare il problema.
Ripensare alla teoria prima della pratica non è mancanza di pragmatismo, nel caso del M5S è proprio l’opposto.
A me sembra che gli Stati Generali siano serviti solo a confermare o modificare alcune regole e a rifare per la quinta volta un programma che di fatto è sempre lo stesso. Ma i temi, i perimetri e le regole non sono sufficienti a tenere insieme le persone a lungo.
Se all’inizio l’identità era solida, perché c’era il senso di appartenenza a qualcosa di più grande che sembrava non poter prescindere dalle persone, dopo le prime elezioni e cariche elettive, il distacco con gli attivisti e gli elettori è stato enorme. La mancanza di pragmatismo piuttosto è credere che entrare nei palazzi, e per di più andare a governare, non comporti cambiamenti profondi, e questo vale tanto per gli attivisti che i portavoce.
Ci si scontra sul MES come se fosse un problema ideologico interno quando il nodo invece è tutto politico. “Uno vale Uno” è stato frainteso parecchio portando parecchi danni, significa che il mio voto vale e deve valere come il tuo, che io e te dobbiamo avere le stesse possibilità, però Uno non vale l’Altro.
La politica, piaccia o non piaccia è mediazione. Sembra un assunto molto democristiano ma è così. Del resto il M5S non è il primo movimento che si trasforma in “partito” politico, intendo nell’accezione ordinamentaria del termine. Se si leggono le storie dei movimenti dell’Est e Ovest Europa degli ultimi cinquant’anni si potrà notare che il M5S non è poi così inedito.
Che i cambiamenti fossero inevitabili, di governance, di struttura anche di alcuni indirizzi politici, era chiaro fin dai primi tentativi elettorali. Non sono un nostalgico, e lavorando dentro le istituzioni forse comprendere la necessità dei cambiamenti è più semplice o più accettabile rispetto a chi vede le cose solo dal di fuori, non si lavora nel fango senza sporcarsi le mani. Ovviamente ci sono dei limiti. Non dico che la base, anche se ci dovremmo soffermare su cosa intendiamo, non debba intervenire in molte decisioni. Ma non si possono chiedere rettifiche o cambiamenti su alcuni temi, quando chi è chiamato a scegliere non ha le stesse informazioni di chi pone il quesito. Per contro, chi è chiamato a scegliere non può fare quello che gli pare, e tanto i personalismi quanto le “correnti” hanno fatto danni devastanti. Ci vuole un punto di equilibrio da entrambe le parti. Gli Stati Generali dovrebbero servire a questo, ma onestamente non mi pare che le soluzioni emerse potranno essere così efficaci. Ovviamente sarò molto felice di sbagliarmi.
Da anni collabori con i nostri Portavoce prima al Parlamento Europeo e poi a Roma alla Camera dei Deputati e in Senato. Com’è cominciata questa esperienza e in cosa consiste la tua attività.
È iniziata un po’ per caso, seguivo gli spettacoli e il blog di Beppe Grillo da molto tempo, qualche tempo prima del Vday2 ero a Brescia e cercavo una maglietta di Grillo. Mi sono ritrovato ad una riunione del Meetup Amici di Beppe Grillo di Brescia e da lì è partito tutto, iniziando una collaborazione incredibile durata anni. C’era un gruppo davvero meraviglioso, estremamente attivo, fertile e instancabile. Io mi occupavo già da tempo di comunicazione per lavoro, soprattutto digitale, dunque ho portato le mie competenze sui vari progetti: dirette streaming, siti web, progetti multimediali, editoriali, locandine, volantini, gadget ecc… Oltre a infiniti banchetti mentre il meteo ci torturava. Ho anche attivato alcuni miei progetti sul tema dell’antimafia, tema che già coltivavo da anni ma che grazie al Meetup di Brescia ho potuto trasformare in eventi e incontri. Per la cronaca, la maglietta che cercavo non me l’hanno mai data.
Dopo le elezioni del 2013, ho diviso il tempo tra il mio lavoro e il supporto agli attivisti che nella tornata elettorale erano diventati portavoce. Nel 2014 mi è stato chiesto di andare a far parte del gruppo comunicazione M5S a Bruxelles, lì poi è andata com’è andata e sono sceso a Roma.
Oggi sono collaboratore parlamentare del Senatore veneto Giovanni Endrizzi, curo la parte di comunicazione e supporto l’attività politica.
Sono inoltre consulente del IV Comitato della Commissione Bicamerale Antimafia “Influenza E Controllo Criminali Sulle Attività Connesse Al Gioco Nelle Sue Varie Forme”, mi occupo nello specifico di approfondire il gioco d’azzardo online, in termini di sicurezza, infiltrazioni della criminalità, aspetti normativi e di indagine.
CHI E’ LA NOSTRA GIORNALISTA
PAOLA PIZZIGHINI, avvocato giuslavorista e giornalista è Co-founder del Blog culturale Milano Sparkling Metropolis. E’ attivista del Movimento 5 Stelle, per il quale è stata candidata alle Elezioni Europee nel 2019 e Rappresentante per la Lombardia agli Stati Generali del novembre 2020.