PER IL CICLO LE INTERVISTE “VOCI DAL TERRITORIO”
MILANOSPARKLINGMETROPOLIS INTERVISTA
IVAN FASSOLI
ATTIVISTA M5S DI ALBAIRATE E RAPPRESENTANTE LOMBARDIA AGLI STATI GENERALI
PAOLA PIZZIGHINI, giornalista e co-founder di Milano Sparkling Metropolis, attivista di M5S, è stata uno dei rappresentanti per la Lombardia agli Stati Generali del Movimento. Da qui l’idea di intervistare alcuni “colleghi” rappresentanti della Lombardia per avere le loro impressioni su questo grande evento di democrazia diretta.
Si è infatti da poco conclusa la due giorni di Stati Generali del Movimento 5 Stelle, il 14 e il 15 novembre 2020, che sono partiti da riunioni locali e regionali, durante tutto l’arco di un mese, nel corso del quale migliaia di iscritti si sono confrontati e che hanno prodotto 21 documenti su 3 grandi temi che dovranno indicare le priorità per il Movimento per i prossimi anni: Regole e Principi, Organizzazione, Agenda Politica. Tra sabato e domenica 305 rappresentanti scelti da tutti i territori hanno discusso di questi temi e cercato di trovare una sintesi che sarà condensata in documento definitivo che raccoglierà le istanze costruite dal basso.
In particolare, di immediata importanza, il tema della Governance del Movimento che dovrà essere a breve ridiscussa sui territori e votata su Rousseau entro dicembre e che dovrà portare al superamento del Capo Politico solo al comando e sostituita con una forma più collegiale di organizzazione.
Intervistiamo oggi IVAN FASSOLI attivista m5s di Albairate e rappresentante Lombardia agli stati generali
A Ivan Fassoli, uno dei 305 rappresentanti territoriali agli Stati Generali, chiediamo una breve presentazione e una prima impressione sull’organizzazione della Riunione Plenaria e sulla sua riuscita.
Due figli 20 e 18 anni, impiegato. Attivista della prima ora.
Quello che mi sento di dire su questa riunione plenaria, a caldo si può riassumere nel fatto che è un buon punto di partenza, ma va migliorato. Sicuramente deve essere ripetuto nei territori magari in “plenarie” territoriali, è stato seguito un metodo di discussione che ha permesso a tutti di esprimere la propria opinione. Quello che è mancato è il dibattito, già nelle riunioni regionali preparatorie ho percepito la sensazione che il dibattito, la discussione era assente. Sebbene in ambito plenario questo problema sia stato mitigato dall’organizzazione in sotto tavoli, in ambito regionale nessuno ha potuto ribattere o argomentare con sufficienza le tesi proposte. Nella Riunione Plenaria ognuno di noi ha avuto il tempo di esprimere una opinione ma il tempo a disposizione era troppo breve per poter argomentare le idee provenienti dai territori di rappresentanza e soprattutto non abbiamo avuto l’opportunità di controbattere le proposte provenienti da altri per poterle capire e accettare. In sostanza il risultato di questi Stati Generali è stato l’elenco delle istanze e quelli vincenti sono stati quelle che sono stati più volte nominate. Penso che alcuni argomenti devono essere analizzati, discussi e sviscerati fino infondo prima di poter essere dati in pasto al voto degli iscritti.
Un esempio potrebbe essere la decisione sull’organo di governo del Movimento. La discussione di domenica, quella plenaria a cui hanno partecipato tutti, verteva su tre ipotesi: la prima un unico organo di poche persone, la seconda un organo ampio e collegiale e la terza di due organi uno ristretto con compiti decisionali su questioni di indirizzo di governo e l’altro un organo ampio e con potere di indirizzo politico del Movimento. In più attivisti ci siamo trovati spiazzati in quanto questo argomento è stato trattato nelle riunioni territoriali prevedendo un unico organo, in noi il sentiment del territorio non era chiaro per trattare le varie ipotesi. Aggiungo che durante la discussione non vi è stato tempo materiale per comprendere a fondo le differenze tra le tre ipotesi e si è andato verso quella intermedia, la terza, che ritengo peggiorativa nel rispetto della prima. Questa mia tesi per i problemi sopra descritti non ho potuto esprimerla con sufficienza.
Nel complesso ritengo l’esperienza e l’organizzazione una buona cosa, da migliorare, da ripetere ma soprattutto alla quale dobbiamo dedicare più tempo e dare molto più spazio alla discussione. Ritengo che l’organizzazione down-up che il movimento stà cercando di organizzare permetterà tutto questo, ritengo altresì che se lo scollamento tra i vari livelli dell’organizzazione non verrà eliminato qualsiasi organizzazione sarà inutile. Gli attivisti sentono la lontananza dai Comunali che sentono la lontananza dai Regionali che sentono la lontananza dai Deputati che sentono la lontananza dai Ministri.
Tre erano le tematiche in campo, Regole e Principi, Organizzazione, Agenda Politica. A quale tavoli hai partecipato e quali sono stati i temi più rilevanti?
Ho partecipato al tavolo Regole e Principi. La sessione di sabato si è organizzata in 10 sotto tavoli per tema, ogni tavolo era composta da 10 attivisti e un facilitatore moderatore. La giornata è stata divisa in 4 sessioni di un ora, alla fine di ogni sessione i facilitatori hanno riportato i concetti fondamentali emersi nei dieci tavoli.
Nella prima sessione abbiamo parlato del doppio mandato e di come valorizzare l’esperienza istituzionale dei portavoce con il secondo mandato in scadenza. E’ emersa con forza la volontà di non disperdere questa esperienza dando la possibilità ai portavoce di candidarsi a livello locale. E’ emersa la necessità di non conteggiare i mandati Comunali ai fini dei due mandati dove il Consigliere svolge un opera di servizio per la comunità a maggior ragione per i Consiglieri eletti all’opposizionee per i Comuni minori. Nella seconda sessione abbiamo parlato della Direzione Politica dove è emersa la volontà di avere un organo collegiale con Capo Politico “primus inter pares” e avere un organo collegiale ristretto ma rappresentativo di tutte le anime del Movimento. In questa sessione abbiamo parlato molto dell’opportunità di avere una pletora di “squadre” da scegliere come organo oppure scegliere i rappresentanti singolarmente. La seconda ipotesi era invece quella di un organo con una più ampia rappresentatività.
Nella Terza sessione, in cui si è discusso sul rapporto che deve esserci tra Rousseau e il M5S, la mia sensazione ascoltando tutti i commenti è stata che il sistema operativo deve rimanere uno strumento e che oltre ad ampliare le sue funzionalità debba essere molto più trasparente. Deve essere chiaro chi fa cosa all’interno dell’organizzazione, per esempio si deve conoscere chi ha l’incarico di stilare le domande.
Nella quarta e ultima sessione abbiamo discusso delle alleanze ed è emerso in maniera chiara e inequivocabile che il M5S deve mantenere una sua identità e pertanto non si vogliono alleanze strutturali. E’ anche vero però che le alleanze sono necessarie per poter governare, a qualsiasi livello, per questo si è pensato di permettere alleanze puntuali e locali decise dai membri del territorio interessato.
Vorrei sottolineare che secondo la mia opinione non si è discusso a sufficienza delle competenze in ingresso e di come selezionare i portavoce. Non si è parlato di come premiare il merito, la competenza, la presenza sul territorio e l’attivismo. Come declinare il concetto “uno vale uno” in “uno non vale l’altro”.
Per concludere, ritengo questa esperienza positiva e migliorabile, comprendo le esigenze degli organizzatori che per poter dare spazio a tutti hanno sacrificato alcuni aspetti di confronto. Ritengo che se fossimo partiti con questi incontri quando Di Maio si dimise da capo politico, forse oggi avremmo avuto meno inutili dibattiti sui social e nelle varie chat su come organizzare il Movimento e avremmo avuto più tempo per approfondire i temi politici con l’intento di dare una visione di società che rispecchia i principi del Movimento e soprattutto come gestire la transizione dall’attuale modello al nostro.
Ringrazio gli organizzatori e tutti i facilitatori che hanno lavorato agli Stati Generali.