Scuola, bocciata in Consiglio regionale mozione per stanziare fondi. Pizzighini (M5S): «Regione Lombardia in ritardo e sorda alle esigenze della scuola»

Scuola, bocciata in Consiglio regionale mozione per stanziare fondi. Pizzighini (M5S): «Regione Lombardia in ritardo e sorda alle esigenze della scuola»

Scuola, bocciata in Consiglio regionale mozione per stanziare fondi. Pizzighini (M5S): «Regione Lombardia in ritardo e sorda alle esigenze della scuola»

Il Consiglio regionale ha bocciato la mozione: “Risorse destinate per la riapertura dell’anno scolastico 2023-2024”, la mozione, sottoscritta da tutti i gruppi di minoranza, era stata presentata dalla consigliera Bocci e sostenuta anche dalla consigliera del Movimento Cinque Stelle, Paola Pizzighini (M5S): «Il Consiglio non solo l’ha discussa con circa un mese di ritardo, rispetto all’avvio dell’anno scolastico, ma ha pure deciso di bocciare una mozione che sostanzialmente chiedeva l’impegno a mettere più fondi a disposizione, per la messa in sicurezza delle strutture e l’implementazione dei servizi scolastici.
Molti comuni lombardi attendono ancora le risorse promesse dalla mozione 34, approvata nel corso delle sedute dedicate all’assestamento di bilancio.

I Comuni – non senza grossi sacrifici – hanno dovuto anticipare i fondi necessari alla messa in sicurezza delle scuole dell’infanzia e delle scuole primarie di primo e di secondo grado.
Noi crediamo che Regione Lombardia sarebbe dovuta intervenire anche per potenziare il personale docente.

Servono fondi aggiuntivi per gli assistenti educativi scolastici, in particolare laddove mancano gli insegnanti di sostegno destinati a garantire un adeguato supporto agli studenti minori con malattie rare o con disabilità.

Nel 2023 non dovremmo discutere di abbattimento delle barriere architettoniche.

Eppure, esistono tantissime strutture scolastiche difficilmente accessibili a studenti con facoltà motorie limitate.
Anche le famiglie si trovano a dover affrontare un momento critico.

A causa del caro-libri, il cui costo è aumentato dal 7% al 15%, denunciato dall’Associazione Nazionale Presidi.
Senza dimenticare il caro-affitti per i docenti provenienti da fuori regione titolari di supplenze e cattedre.

Su questo la maggioranza doveva intervenire, ma ha preferito perdere l’ennesima occasione» conclude Pizzighini.

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